OGGI SI PARLA DI - GFactor con l'Ing. Antonio Danieli Amministratore unico del nuovo incubatore acceleratore di Fondazione Golinelli

19 ottobre 2018 - Lo scorso mese di settembre Fondazione Golinelli ha annunciato la nascita di un nuovo Incubatore-Acceleratore di 5 mila mq per realtà imprenditoriali emergenti. Parliamo di questo progetto con l'Ing. Antonio Danieli, Direttore Generale e Membro del Consiglio di Amministrazione, Fondazione Golinelli; Amministratore unico, G-Factor srl

A trent’anni dalla sua nascita Fondazione Golinelli fa un nuovo passo verso il futuro per la costruzione di una vera e propria città della conoscenza, dell’innovazione e della cultura. L’11 settembre scorso è stato presentato G-Factor, l’Incubatore-Acceleratore rivolto a realtà imprenditoriali emergenti.

Parliamo di questa importante novità con l'Ing. Antonio Danieli, Direttore Generale e Membro del Consiglio di Amministrazione, Fondazione Golinelli; Amministratore unico, G-Factor srl 

Fondazione Golinelli ha nel proprio DNA la diffusione della cultura scientifica e una distintiva attenzione per i giovani. Come si inserisce il nuovo progetto di Incubatore-Acceleratore all'interno di una realtà ormai consolidata? Quali considerazioni vi hanno spinto a intraprendere questa nuova avventura?

Quando nel 2015 è stato inaugurato Opificio Golinelli, la Fondazione ha adottato un piano di sviluppo di lungo periodo denominato OPUS 2065, voluto dal fondatore Marino Golinelli e approntato dal Consiglio d’Amministrazione guidato dal presidente Andrea Zanotti.
Secondo la visione che ha ispirato il piano, la Fondazione - che in 30 anni ha maturato una forte esperienza nel campo dell’educazione e della formazione dei giovani – si è data come ulteriore obiettivo quello di affiancare a questa area altre due settori operativi di sviluppo a essa complementari: la 
ricerca e l’avvio di nuove realtà imprenditoriali. Questa rinnovata visione non è una deviazione dagli obiettivi statutari, che invece ha arricchito e integrato, completandoli: Opificio Golinelli è oggi una “Città per la conoscenza, l’innovazione e la cultura”, un ecosistema in cui trovano spazio educazione, formazione, ricerca, trasferimento tecnologico, incubazione, accelerazione, venture capital e open innovation.
Tutti step strettamente interconnessi tra loro per offrire molteplici opportunità alle giovani generazioni e per accogliere e far fiorire idee innovative provenienti da scuola, università e centri di ricerca.
E’ in questo contesto che si pone G-Factor, il nuovo incubatore-acceleratore di Fondazione Golinelli. L’ecosistema complessivo si arricchisce inoltre di alcuni presidi operativi specializzati che ne completano il modello culturale: la Scuola di dottorato in data science and computation creata da Fondazione Golinelli in consorzio con Università di Bologna e Politecnico di Milano (e in collaborazione con IIT di Genova, INFN e Cineca), il Centro Arti e Scienze Golinelli, e anche il futuro Competence Center di Industry 4.0, coordinato e guidato dall’Università di Bologna e che troverà spazio nel nuovo edificio che presto sarà inaugurato in ampliamento agli spazi di Opificio Golinelli.

Più in generale: dobbiamo ammettere a noi stessi che il futuro è complesso, imprevedibile, interconnesso, in mutamento inevitabile e con un progredire esponenziale, sempre più intessuto di molteplici convergenze tra le innovazioni in ambito scientifico e le accelerazioni dello sviluppo tecnologico: se vogliamo preparare le giovani generazioni ad affrontare con fiducia questo futuro, dobbiamo offrire loro delle risposte all’altezza di tali scenari.
Dobbiamo inoltre ragionare su di una prospettiva di lungo periodo che non dia solo strumenti per stimolare competenze e capacità, ma anche le piste di riferimento per lavorare a livello personale su di una nuova visione etica, sociale, collettiva: responsabilità, passione, immaginazione, curiosità, questi gli strumenti imprescindibili nella “cassetta degli attrezzi” necessaria oggi per i nostri giovanissimi, giovani esperti e ricercatori.

La call internazionale per selezionare innovative idee di impresa è stata aperta circa un mese fa. Siete già in grado di fare una prima valutazione generale sull'accoglienza (progetti ricevuti, trend di ricerca, eventuale presenza di progetti biotech etc)?

La prima call di G-Factor, tutta dedicata alle scienze della vita, è stata pubblicata lo scorso 11 settembre e scadrà il prossimo 11 dicembre. C’è ancora tempo per candidarsi, ma possiamo anticipare che le candidature arrivate in questo primo mese sono piuttosto interessanti. Le proposte si suddividono in modo equilibrato tra settore farmaceutico e biotecnologico, con alcune candidature sui dispositivi medici e diagnostici. In media oltre il 25 % delle candidature ha carattere internazionale e siamo soddisfatti della qualità e quantità delle proposte. Sta continuando, nel frattempo, il roadshow nelle Università ed Enti di ricerca, giacimenti di competenze e innovazione del nostro Paese.

Nel programma ideato per ricercatori e giovani esperti sono previsti anche matching con potenziali partner industriali, oltre a workshop e momenti di coaching. Come intendete muovervi in relazione al contesto industriale emiliano e nazionale?

L’ecosistema di Opificio Golinelli è aperto e convergente a traiettorie di sviluppo a livello nazionale e internazionale, sulla base di incroci tra le filiere della formazione, della ricerca, della produzione, della finanza e delle istituzioni.
L’ecosistema rimane fertile infatti solo se è in continuo contatto osmotico con realtà che possono trovare in Opificio un catalizzatore, un enzima, per accorciare loro stessi le distanze rispetto a tutti gli altri attori. Non è più possibile mettere in sequenza temporale: formazione, ricerca, trasferimento tecnologico e produzione; tutte queste fasi devono in parte sovrapporsi, se non coincidere, perché la velocità di reazione alle dinamiche del mercato non consente più tempi lunghi di penetrazione a cui si era abituati in passato; neppure la totale razionalità e standardizzazione dei flussi può essere una risposta ancora valida: oggi infatti occorre essere più reattivi, rapidi, flessibili e adattabili, scomponibili e ricomponibili.
In questo senso, se per quanto riguarda il Venture Capital la Fondazione ha contribuito con il ruolo di anchor investor nella creazione del Fondo Utopia specializzato nelle life sciences assieme a Principia sgr, sono diverse le potenziali forme di collaborazione con altri partner industriali.
Alcuni esempi pratici: le imprese hanno necessità di avvicinarsi ai giovani talenti, di orientarli, selezionarli e formarli alle professioni che servono loro; poi hanno necessità di trovare delle rare eccellenze come i data scientist, ancora meglio se esperti nel loro settore di riferimento; poi ancora sentono - parallelamente al loro core business - sempre più l’importanza di sviluppare nuovi progetti di open innovation, e cercano supporto per guardare nella giusta maniera a un mondo troppo rarefatto per loro, ma da cui intuiscono che potrebbero provenire idee innovative, sia incrementali sia disruptive. Per questo i partner industriali di Fondazione Golinelli trovano risposte efficienti in Opificio.
Lo spazio oggi si pone al centro d’Europa, lo sguardo è nazionale e internazionale, pur guardando con grande interesse a tutto il comparto del centro-nord Italia: l’operato da un lato deve radicarsi al territorio e dall’altro deve guardare al dialogo a livello internazionale: in questa direzione è stata pensata la prima call di G-Factor (https://www.fondazionegolinelli.it/area-impresa/g-factor).

 

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