Le ricerche pubblicate anni fa e nelle quali alcuni ricercatori francesi mettevano in dubbio la sicurezza per la salute umana del mais geneticamente modificato avevano provocato scalpore, ma erano anche state contestate per la povertà dell'impostazione scientifica e la scarsa attendibilità dei risultati.
Sempre dalla Francia arriva ora un vasto e accurato studio che mette a confronto due diverse tipologie di mais modificato con i corrispettivi convenzionali e giunge a conclusioni opposte, il mais modificato è sicuro quanto quello ottenuto con le normali tecniche di incrocio.
L'impostazione dello studio, finanziato dai programmi di ricerca dell'Unione Europea, è di straordinaria robustezza scientifica e i dodici centri di ricerca, con competenze diverse, che hanno collaborato alla ricerca, hanno messo in opera i più avanzati metodi di indagine offerti dalla biologia molecolare e dalla biostatistica per giungere a conclusioni difficilmente contestabili. Ben 30 ricercatori, tutti di istituzioni di ricerca pubblica, hanno messo la loro firma sotto il titolo "Il progetto GMO90 +: assenza di prove per effetti biologicamente significativi in diete a base di mais geneticamente modificato dopo 6 mesi di alimentazione comparativa su ratti Wistar", pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica "Toxicological Science".
I risultati di questo rigoroso lavoro si aggiungono alla ormai vasta e concorde letteratura che sfata il mito delle colture geneticamente migliorati come problema per la salute, come già messo in evidenza solo pochi mesi fa dall'ampia rassegna pubblicata a cura dell'Istituto di Studi Superiori Sant'Anna di Pisa.
Per leggere il testo completo dell'articolo https://academic.oup.com/toxsci/advance-article/doi/10.1093/toxsci/kfy298/5236972