Il progetto “Biotech, il futuro migliore. Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l'Italia” è stato inaugurato nel 2020 da Assobiotec con il supporto della media company StartupItalia.
Fare del comparto biotech una leva strategica per lo sviluppo sostenibile
L’obiettivo del progetto è quello di diffondere consapevolezza e conoscenza delle enormi possibilità offerte da un settore industriale che possiede tutte le caratteristiche necessarie per essere un volano a supporto sia della competitività delle nostre aziende, che della Ripresa e della Resilienza dell’intero Paese.
Nel 2021 il progetto si muove in una logica di continuità e mira ad aggiornare e approfondire il Piano di proposte elaborato nel 2020, allineandolo con il nuovo PNRR, così da renderlo ancora più pragmatico e azionabile per farne un reale strumento per contribuire allo sviluppo del settore delle Biotecnologie in Italia, una leva importante per la rinascita e la crescita economica del Paese e il suo traghettamento nel futuro.
Il progetto è realizzato da Assobiotec Federchimica, Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, con il supporto di StartupItalia e grazie al sostegno di Abbvie, AGC Biologics, Alexion, Astrazeneca, Bayer, BMS, Chiesi, DiaSorin, Genenta, Genextra, Gilead, IRBM, Novamont, Novartis, Qiagen, Roche, Rottapharm Biotech, Sanofi, Sobi, Takeda, UCB, Vertex.
"L'importanza dell'ecosistema per il rilancio del paese"
Nell’ambito del progetto “Biotech, il futuro migliore” e in continuità con i temi legati al rafforzamento dell'ecosistema già sviluppati nel tavolo di lavoro a porte chiuse del 29 marzo, il prossimo martedì 20 aprile dalle 17 alle 18.15 avrà luogo un evento in streaming, aperto al grande pubblico.
L'evento sarà trasmesso sul sito di Assobiotec e sui canali social di Assobiotec e del nostro partner, la media company StartupItalia. Per chi volesse commentare l'evento e porre domande ai relatori, segnaliamo il link per seguire la live su Facebook e su Linkedin.
Focus su alcune tematiche di grande attualità. Partendo dalle lezioni della pandemia, si discuterà di cosa è già stato fatto e di quali misure è necessario mettere in atto in materia di Ricerca, Trasferimento Tecnologico e finanziamento dell’innovazione di Startup e PMI Innovative. Si parlerà, inoltre, di partnership pubblico/privato e dell’importanza di saper attrarre nuovi insediamenti industriali e riconvertire siti esistenti sulla frontiera dell’innovazione.
Elementi, tutti, che concorrono a creare un ecosistema virtuoso e fecondo per lo sviluppo del comparto biotech e, più in generale, per il rilancio di economia e competitività.
Il piano di proposte per il rafforzamento dell'ecosistema
Nel corso dell'evento sarà presentato un piano di proposte per un futuro migliore, a partire dall'ecosistema, raccolte in un quaderno scaricabile qui.
Il quaderno - primo di tre con un successivo approfondimento sulle verticali Scienze della Vita e Bioeconomia - raccoglie spunti, riflessioni ma soprattutto proposte nate e approfondite in occasione del tavolo di lavoro dello scorso 29 marzo “Premesse programmatiche e rafforzamento dell'ecosistema” a cui hanno partecipato economisti, esperti indipendenti, rappresentanti delle Istituzioni e delle imprese del mondo biotech.
All’interno del quaderno prendono vita le principali proposte di riforma attese dal settore delle biotecnologie in Italia, inserite nelle diverse Missioni del PNRR e/o all’interno di specifici interventi legislativi.
Cinque aree strategiche e prioritarie
Governance; R&S; Trasferimento Tecnologico e finanziamento a startup e PMI innovative; Partnership pubblico privato; Rafforzamento del tessuto produttivo nazionale sono le cinque aree individuate come strategiche e prioritarie, tra loro strettamente collegate e da considerare in una logica di filiera.
Per ciascuna di esse nel quaderno vengono esplicitati specifici interventi.
Governance
● Definire una Governance dell’innovazione efficace, certa e centralizzata, con una prospettiva temporale di lungo periodo, sotto la guida dell’Agenzia Nazionale della ricerca, un organismo indipendente, competente e soprattutto accountable, in grado di fungere da strumento di definizione e di attuazione della strategia nazionale della ricerca e dell’innovazione, capace di favorire partnership e collaborazioni tra pubblico e privato, di gestire in maniera unitaria, efficiente e veloce le competenze oggi distribuite tra MEF, Mise, Università e Ricerca, Salute, Agricoltura e Regioni.
● Creare uno sportello unico, “one stop shop”, con una specializzazione in settori ad alto contenuto tecnologico e di innovazione, a disposizione degli investitori nazionali e esteri.
Ricerca&Sviluppo
● Raddoppiare gli investimenti in ricerca pubblica, portare stabilmente e almeno al 25% il credito d’imposta sulla ricerca, al 50% per i primi 5 anni per le startup innovative. Semplificare le procedure di accesso del patent box.
● Modificare gli indicatori di valutazione dei ricercatori universitari, premiando la capacità di valorizzare la conoscenza per l’innovazione e non solo le pubblicazioni.
● Abolire il “professor’s privilege” restituendo alle Università e ai centri di ricerca la proprietà intellettuale della conoscenza generata nei propri laboratori.
TT e finanziamento dell’innovazione di startup e PMI
● Strutturare un nuovo modello di Trasferimento Tecnologico capace di portare in modo rapido ed efficace la ricerca al mercato.
● Creare un contesto capace di offrire alla startup che ha potenziale di crescere, le risorse necessarie ad arrivare fino alla commercializzazione del prodotto, senza dover uscire dai confini italiani.
● Rivedere la disciplina del credito d’imposta R&S&I.
● Esonerare dalla tassazione ordinaria sulle rendite finanziarie (oggi al 26%) il capital gain ottenuto dagli investimenti in startup innovative.
Partnership pubblico-privato
● Incentivare la collaborazione e la partnership pubblico-privato nella realizzazione e gestione di infrastrutture per la ricerca e l’innovazione e su grandi programmi strategici.
● Favorire il procurement innovativo, dando piena applicazione e migliorando le norme già previste nel codice degli appalti (partenariati per l’innovazione) offrendo un quadro di certezze alle imprese che sviluppano innovazione con la pubblica amministrazione.
● Ridurre la discrezionalità nelle procedure burocratiche e in particolare, nelle procedure autorizzative, generalizzando la regola e la pratica del silenzio/assenso, accorciando e dando certezza dei tempi degli iter burocratici.
Rafforzamento del tessuto produttivo nazionale
● Mettere il Paese nelle condizioni di attrarre nuovi siti industriali e riconvertire siti esistenti sulla frontiera dell’innovazione.
Cruciale costruire con le istituzioni una visione comune
“Come associazione di categoria riteniamo che, oggi più che mai, sia cruciale costruire con le Istituzioni, chiamate a decidere i parametri della ripartenza del Paese, un rapporto rinnovato di visione e collaborazione con l'obiettivo comune di costruire, insieme, un futuro migliore. – dichiara Elena Sgaravatti, Vice Presidente Assobiotec - Crediamo sia indispensabile che il PNRR, che mette al centro delle sue missioni Innovazione e Competitività; Rivoluzione verde e Transizione ecologica; Istruzione e Ricerca così come la Salute, rappresenti finalmente quella cornice all’interno della quale dare reale slancio alle biotecnologie che sono: asset strategico, eccellenza nazionale su cui puntare per il Paese, per la salute dell’uomo e quella del pianeta, per una ripresa economica che, per la prima volta, sia anche, sostenibile”.
Ed è proprio questo l’obiettivo del progetto “Biotech, il futuro migliore. Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l'Italia”. Un percorso che ha radici lontane nella politica di Assobiotec e che, per il secondo anno, usa questo “claim” con l’obiettivo di costruire una visione condivisa tra imprese biotech, Istituzioni nazionali e stakeholder, al fine di delineare proposte operative per la crescita e lo sviluppo di un metasettore che conta quasi 700 imprese attive con un fatturato totale di oltre 12 miliardi di euro e che già oggi è motore di innovazione per le Scienze della Vita e la bioeconomia che, se sommati, valgono circa il 20% del PIL nazionale.