Le biotecnologie - ovvero l'insieme delle tecnologie che utilizzano organismi viventi, cellule o loro componenti per creare prodotti, processi o soluzioni - sono oggi una leva strategica per affrontare le sfide globali.
Dal cambiamento climatico alla sicurezza alimentare, fino alla prevenzione e gestione delle pandemie, il biotech offre risposte concrete e sostenibili.
Un settore trasversale, che va dalle tecnologie tradizionali - come la fermentazione o la selezione genetica in agricoltura - alle soluzioni più avanzate basate su bioingegneria, biologia sintetica ed editing genomico. Tecnologie nate negli anni Ottanta, ma che stanno trasformando profondamente sanità, agricoltura, industria e ambiente in modo perfettamente compatibile con l'approccio One Health, secondo cui la salute dell'uomo, degli animali e dell'ambiente sono interconnesse e indivisibili.
L'Area Studi di Assobiotec ha sviluppato un modello innovativo per quantificare la presenza delle biotecnologie all'interno di tutti i settori del Made in Italy. Attraverso l'analisi dei codici ATECO e la stima della quota biotech associata, è stato possibile tracciare un quadro dettagliato di un comparto che, nel 2023, ha generato un fatturato complessivo superiore a 47,5 miliardi di euro, pari al 2,23% del PIL Italiano.
Tecnologie abilitanti per tanti comparti industriali
Nel 2009, la Comunità Europea ha definito le biotecnologie Key Enabling Technology; nel 2024 la Commissione Europea ha identificato biotecnologie e biosoluzioni come "una delle aree tecnologiche più promettenti di questo secolo"
Oggi le moderne biotecnologie, affinate ed evolute, sono, infatti, strumento per il raggiungimento di traguardi fino a qualche anno fa totalmente inimmaginabili: permettono di dare cure risolutive a malattie che erano prive di trattamenti efficaci, di offrire terapie personalizzate e diagnosi tempestive, di migliorare le varietà vegetali, preservando la biodiversità. Ma anche di lavorare allo sviluppo di un sistema produttivo basato su fonti primarie alternative al petrolio, di avere prodotti eco-compatibili e processi con minore o nessun impatto ambientale, solo per citare una minima parte dei tantissimi ambiti di applicazione di queste tecnologie.
Comparto strategico per il presente e per il futuro
Quello delle biotecnologie rappresenta una tra le maggiori opportunità di sviluppo della conoscenza, dell’economia e del benessere dei prossimi anni ed è un comparto chiave anche per le strategie geopolitiche ed economiche di un Paese.
Nel recente documento della Commissione Europea, Building the future with nature: boosting biotech and bio-manufacturing in Europe si legge che nel 2021 la dimensione complessiva del mercato globale delle biotecnologie ammontava a 720 miliardi di euro, con un tasso di crescita annuo superiore al 18%.
Gli Stati Uniti dominano questo mercato contribuendo per il 60% al valore globale, seguiti dall'UE (12%) e dalla Cina (11%).
Tra il 2008 e il 2018, l’industria delle biotecnologie è cresciuta a un ritmo più che doppio rispetto a quello dell’economia complessiva, rendendola una tra le industrie innovative in più rapida crescita nell’Unione Europea.
Una recente analisi EY stima che, a livello europeo, il settore triplicherà il proprio valore fra il 2020 e il 2028, passando da 137 miliardi di euro a 418 miliardi.
Si calcola inoltre che ogni occupato nelle aree ad alta tecnologia, come le biotecnologie, ne generi altri 5 nei settori dell'indotto quando nell'industria manifatturiera il rapporto è 1 a 1,6.
Questi dati mostrano, in modo chiaro, le grandi prospettive del settore, ne fanno immediatamente comprendere il valore strategico e spiegano perché i principali Paesi europei e quelli oltre oceano hanno deciso di puntare sul biotech con piani strategici e consistenti investimenti economici.
Anche la Commissione Europea, sta guardando con attenzione al comparto: nel giugno 2023, ha presentato il progetto STEP Strategic Technologies for Europe Platform con l’idea di creare una Piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa che fornirà sostegno allo sviluppo o alla fabbricazione all'interno dell’Unione di tecnologie critiche con particolare riferimento alle tecnologie ad altissimo contenuto tecnologico e digitali, alle tecnologie pulite e alle biotecnologie.
Nel marzo 2024 ha invece, pubblicato il documento Building the future with nature: boosting biotech and bio-manufacturing in Europe che, ribadendo con forza valore e potenzialità del biotech e della bio-produzione, evidenzia le azioni prioritarie per liberare tutto il potenziale delle biotecnologie, in un’ottica di cooperazione internazionale ma anche di competitività a lungo termine dell’Unione Europea.