Il 14 giugno scorso all'Università Bocconi la bioeconomia è stata protagonista con l'evento "Biocities e Bioregions: quale ruolo nella bioeconomia circolare italiana".
L'appuntamento è stata l'occasione per una riflessione condivisa sul ruolo strategico giocato dalle aree locali: regioni e città nello sviluppo della bioeconomia: un'economia che usa le risorse biologiche, provenienti dalla terra e dal mare, così come i rifiuti, come input per la produzione energetica, industriale, alimentare e mangimistica.
In Bocconi se ne è discusso con le Istituzioni locali, a partire dal Comune di Milano, che come prima città in Italia si è dotata di un Chief Resilience Officer, e Regioni come il Piemonte e la Campania che hanno dimostrato in questi ultimi anni un forte sostegno alla bioeconomia circolare.
Insieme a loro Assobiotec, che ha co-organizzato l'evento, la Commissione europea, il Cluster SPRING, il Cluster lombardo della chimica verde LCGA e le imprese, che quotidianamente sul territorio operano per sviluppare nuovi bioprodotti. Tra queste: Novamont, GFBiochemicals, Renovo e il Gruppo CAP.
Il punto condiviso da tutti: serve un approccio olistico che crei un sistema regolatorio in grado di supportare e tutelare l'innovazione della bioeconomia.