La Società Italiana di Genetica Agraria (SIGA) riunisce la comunità scientifica nazionale che studia il corredo genetico delle piante e le modalità di miglioramento delle loro caratteristiche in funzione della produzione agricola.
Nella logica di promuovere un’innovazione sostenibile in agricoltura, la SIGA si interessa da tempo delle nuove tecniche di editing genomico (genome editing), che consentono di ottenere risultati significativi in termini di miglioramento genetico con un’efficacia e una velocità inimmaginabili con le tecniche convenzionali di incrocio.
Partendo dalle difficoltà che si prospettano dal punto di vista normativo affinché questi prodotti possano giungere effettivamente nelle mani degli agricoltori, la SIGA è intervenuta nel dibattito con un recente documento, dove si ricorda che con l’editing genomico “si può generare in una varietà coltivata una qualsiasi mutazione favorevole che sia stata individuata in individui selvatici o specie affini, senza introdurre nuovi geni e soprattutto evitando le “tradizionali” lunghe pratiche di incrocio e reincrocio utilizzate in tutte le forme tradizionali di agricoltura”.
Nel documento viene ricordato, inoltre, come sia “importante considerare che per coltivazioni tipiche dell’agricoltura italiana, come ad esempio vite, olivo, agrumi, il normale incrocio distruggerebbe l’identità genetica e legale della varietà, un problema che il genome editing può evitare: un carattere che interessa può essere modificato senza alterare alcuna altra caratteristica che rende tipica o unica una varietà coltivata”.
In conclusione “un esempio di come l’innovazione possa proteggere la tradizione”.
Sono tesi queste che riscuotono consenso nell’ambito della comunità scientifica. La SIGA termina l’appello con la richiesta che “l’autorizzazione alla coltivazione di ogni nuova varietà vegetale dovrebbe fondarsi non sulla tecnologia utilizzata per produrla ma sulle caratteristiche della varietà ottenuta”. Di conseguenza, le previste evoluzioni della normativa dovrebbero tener conto di ciò, consentendo nel frattempo la possibilità di condurre la sperimentazione in campo in tutte le situazioni in cui non vengano inseriti nel corredo genetico della pianta geni estranei alla specie di appartenenza.
Il testo integrale dell’appello è disponibile qui: TESTO APPELLO SIGA