IN PRIMO PIANO - Progetto Light-up, può riprendere la sperimentazione sui macachi

29 gennaio 2021 - La sentenza del Consiglio di Stato ha dato il via libera allo studio “Light-up” delle università di Parma e Torino che ha come obiettivo quello di ricreare un ‘modello animale’ per lo studio delle persone affette da cecità



VIA LIBERA ALLO STUDIO "LIGHT-UP" DELLE UNIVERSITÀ DI TORINO E PARMA

"La scienza ha vinto sulla propaganda": con queste parole la Senatrice a vita Elena Cattaneo ha commentato la sentenza del Consiglio di Stato che ieri, giovedì 28 gennaio, ha accolto il ricorso contro lo stop alla sperimentazione sui macachi.

Via libera, dunque, allo studio “Light-up” delle università di Parma e Torino che ha come obiettivo quello di ricreare un ‘modello animale', utilizzando nello specifico sei macachi, per lo studio delle persone affette da "blindsight" che, quindi, hanno perso parzialmente la vista a causa di un danno cerebrale, non per problemi legati all’occhio.

“La sentenza del Consiglio di Stato – dichiara Giuliano Grignaschi, direttore di Research4Life, il network di realtà della ricerca biomedica italiana, di cui fa parte anche Assobiotec – sancisce definitivamente che tutto è stato fatto nel rispetto delle normative e degli obiettivi di una sperimentazione che è giudicata di grande interesse a livello europeo”.

Il progetto di ricerca Light-Up, vincitore di un Consolidator Grant dell'European Research Council (Erc), era stato fermato a ottobre 2020 dai giudici amministrativi, a seguito dell’azione legale intrapresa da Lav Lega Anti Vivisezione.

LA LIBERTÀ DI RICERCA DEVE ESSERE TUTELATA DALLE ISTITUZIONI

“Essendo stati accertati univocamente, fino al massimo grado della giustizia amministrativa, la validità dell’autorizzazione ministeriale e il rigoroso rispetto di tutte le norme in materia di tutela del benessere animale, la ricerca può riprendere senza più ostacoli”, si legge in una nota pubblicata dalle Università. “La pronuncia prova oltre ogni ragionevole dubbio l’inattaccabile solidità e correttezza sul piano etico, tecnico-scientifico e formale non soltanto del progetto ma anche dell’iter autorizzativo svolto dagli organismi competenti, Ministero della Salute in primis”.

Resta qualche preoccupazione nei ricercatori, legata al ritardo accumulato nelle attività progettuali. Ora l’augurio è quello del “miglior successo della ricerca a beneficio del progresso delle conoscenze e della salute dei pazienti, auspicando che la vicenda rimanga un monito in merito alle necessarie tutele istituzionali che devono essere garantite alla libertà di ricerca entro il rigoroso rispetto dei principi etici e morali che la caratterizzano”.


CONTRO IL RECEPIMENTO CON RESTRIZIONI DELLA DIRETTIVA EUROPEA SULLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE


Il modello animale è, ad oggi, ancora non sostituibile o addirittura obbligatorio in alcuni ambiti della ricerca biomedica. Nella ricerca di base, in particolare, la sperimentazione animale gioca un ruolo fondamentale. Assobiotec si batte da anni contro il recepimento con limitazioni della direttiva europea sulla sperimentazione animale. In Italia vige il divieto all’uso degli animali per gli studi sugli xenotrapianti e nella ricerca sulle sostanze da abuso. Divieto che di anno in anno viene prorogato nella sua effettiva applicazione, creando incertezza e non garantendo la programmazione a lungo termine necessaria per la ricerca.

La richiesta della nostra associazione alle istituzioni è da sempre quella di recepire in modo non restrittivo la direttiva europea in materia di sperimentazione animale, consentendo la sperimentazione sugli animali ogni qual volta non sia possibile ricorrere a metodi alternativi.

Impedire l’utilizzo di animali nella ricerca di base che si conduce in Italia non impedisce l’ingresso sul territorio nazionale di farmaci testati su animali. E questo non senza avere ripercussioni negative sull’industria farmaceutica italiana, alla quale sarebbe di fatto inibita una grossa parte dell’attività di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti nonché ridotta la capacità di competere sul mercato europeo.  

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