DATI E STUDI - Nuovo studio della CE riconosce il contributo delle tecniche di miglioramento genetico in agricoltura

29 aprile 2021 - Pubblicato oggi l’annunciato studio della Commissione europea sulle nuove tecniche di miglioramento genetico (NGTs). Riconosciuto positivamente il loro ruolo nell’ambito di un sistema alimentare sostenibile.


Pubblicato oggi l’annunciato studio della Commissione europea sulle nuove tecniche di miglioramento genetico (NGTs)
. Nel documento si riconosce positivamente il loro ruolo nell’ambito di un sistema alimentare sostenibile, con riferimento alla strategia Farm to Fork e agli obiettivi del Green Deal.

Il contributo biotech per un sistema alimentare sostenibile e per la società

"Con la pubblicazione dello studio sulle nuove tecniche di miglioramento genetico vegetale, la Commissione Europea stabilisce importanti punti fermi nel dibattito sulle biotecnologie in agricoltura”, così esordisce il nostro Presidente Riccardo Palmisano. “Innanzitutto vengono riconosciuti il contributo che possono dare a un sistema alimentare sostenibile e il conseguente beneficio per tutta la società, affermando così il ruolo dell’innovazione biotech nel settore agro-alimentare, punto di forza del nostro Paese”.

Un legislazione non adatta a gestire le nuove tecniche di miglioramento genetico vegetale

Lo studio odierno mette in evidenza come l’attuale quadro normativo non è adatto a gestire le nuove tecniche di miglioramento genetico. La sentenza del 2018 della Corte di Giustizia Europea ha, infatti, omologato gli organismi ottenuti mediante moderna mutagenesi agli ormai vecchi OGM, costringendo anche gli strumenti di estrema precisione del gene editing (che, ricordiamo, a differenza degli OGM, consentono di evitare l’inserimento di DNA estraneo in una coltura) a seguire un processo di autorizzazione penalizzante, in termini di costi, complessità delle procedure e di tempi di valutazione, allontanandoci dal futuro.

“Non meno importante appare l’aver riconosciuto che l’attuale legislazione sugli OGM non è adatta a gestire questa prospettiva, e l’aver affermato che, mantenendo come principi guida la salute dei consumatori e la tutela dell’ambiente, è ormai arrivato il momento di aprire un dialogo con i cittadini europei e decidere come andare avanti con l’utilizzo di queste tecnologie in Europa”, prosegue Palmisano.

Verso l'apertura di un dibattito costruttivo sul ruolo delle biotecnologie in campo

In conclusione: “Con questo documento si può finalmente aprire un dibattito costruttivo sul contributo delle biotecnologie più avanzate alla produttività in agricoltura e alla sicurezza alimentare, avviando finalmente la fase di sperimentazione anche in Italia. Siamo certi che la ricerca pubblica italiana e il settore privato sapranno collaborare costruttivamente per consentire alle nostre produzioni agricole più tipiche di mantenere il loro primato in termini di qualità, tutela dell’ambiente, sicurezza e soddisfazione per il consumatore”. 

Si apre un periodo certamente impegnativo di confronto all’interno delle istituzioni. Assobiotec è convinta che i dati emersi possano porsi come punto di riferimento per impostare il dibattito tra istituzioni, comunità scientifica, mondo dell’agricoltura e consumatori.

Un punto di partenza positivo, ricordando che molto resta ancora da fare. Ora più che mai è necessario dare avvio alla sperimentazione in campo per consentire alla ricerca italiana di offrire il proprio concreto contributo. La sfida che la produzione agricola globale deve affrontare resta critica: rispondere alla domanda di cibo abbondante e sicuro per tutti, con un alto valore nutritivo e produzioni più sostenibili a livello ambientale.

Per approfondimenti:
LO STUDIO DELLA COMMISSIONE EUROPEA SULLE NUOVE TECNICHE GENOMICHE

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