CORONAVIRUS - Il manifesto delle imprese biotech su accesso ai vaccini e proprietà intellettuale

29 giugno 2021 - Quasi 300 imprese e associazioni del settore biotecnologico in tutto il mondo hanno firmato un manifesto a favore dell'accesso allargato a vaccini e trattamenti, ribadendo il valore della proprietà intellettuale. Un messaggio forte e chiaro per i leader e le istituzioni globali.


Le imprese del settore biotecnologico hanno risposto all’invito all’azione di BIO che ha lavorato attivamente negli Stati Uniti e a livello internazionale per sollecitare soluzioni efficaci e concrete per allargare l'accesso globale ai vaccini e ai trattamenti COVID, partecipando nello stesso tempo al dibattito globale sul ruolo della proprietà intellettuale.

Ne è nata una dichiarazione lucida e forte, firmata da quasi 300 imprese e associazioni del settore biotecnologico, dagli Usa al Regno Unito, da Israele all’Italia, per inviare un messaggio chiaro ai leader di tutto il mondo.

LA REAZIONE DEL COMPARTO BIOTECH NELLA LOTTA ALLA PANDEMIA

"Il nostro settore deve continuare a svolgere un ruolo costruttivo e proattivo nella ricerca e sviluppo di soluzioni per contrastare la pandemia e nella capacità di produrre queste stesse soluzioni", si legge nella dichiarazione.

Nell'ultimo anno sono stati lanciati nel mondo oltre 950 progetti di ricerca e sviluppo su vaccini e trattamenti, inclusi i biologici: le aziende hanno concentrato i propri sforzi su questi obiettivi, sottraendoli ad altre linee di ricerca. Il 70% di questi progetti sono stati portati avanti da piccole e medie imprese. Sono state costituite oltre 250 partnership globali per aumentare la capacità produttiva.

"E stiamo lavorando sodo per fare di più", è la rassicurazione dei firmatari.

IL RUOLO DELLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE

Ala base di questo impegno intenso sta il valore della proprietà intellettuale. 

"La proprietà intellettuale è responsabile della creazione della rete biotecnologica globale che ha risposto così rapidamente alla crisi generata dal COVID. È ciò che dà agli investitori la fiducia necessaria per finanziare società con orizzonti temporali lunghi e rischi elevati. E ha contribuito a garantire la cooperazione e le partnership globali che stanno spingendo aziende, paesi e produttori ad aumentare rapidamente la produzione".

Le imprese supportano l'obiettivo di allargare l’accesso ai vaccini e ai trattamenti in maniera equa in tutto il mondo, come già avallato dal G-20, superando disparità e squilibri. "Perché questo obiettivo vada a buon fine sarà necessario che i Governi nazionali allentino le restrizioni legali o contrattuali che possono ostacolare gli sforzi di esportazione verso le popolazioni bisognose, specialmente nei paesi a basso e medio reddito". 

Prosegue il manifesto: "I colli di bottiglia e le carenze nelle catene di approvvigionamento globale per la produzione di vaccini devono essere affrontati con urgenza. E i sistemi sanitari dei paesi a basso e medio reddito hanno bisogno di un sostegno significativo per garantire che i vaccini arrivino alle persone".

La "rinuncia" ai diritti di proprietà intellettuale non è la soluzione, anzi è una opzione inefficace e controproducente per affrontare questa crisi. 

"I diritti di proprietà intellettuale non sono responsabili dello squilibrio nelle forniture di vaccini COVID tra paesi a reddito più alto e più basso". 
 
Il sistema farmaceutico in generale e quello biotech nel caso specifico, si basano sul sistema dei brevetti, sulla certezza che questi proteggano l’invenzione e il suo sfruttamento, permettendo così di ricevere quegli investimenti da soggetti privati, che consentano di sviluppare terapie innovative e generare quei ritorni che possano (anche) essere reinvestiti nelle medesime attività di innovazione.

"La "rinuncia" ai diritti di proprietà intellettuale invierebbe un segnale forte al settore biotech e agli investitori che porterebbe a evitare di correre rischi nel provare a sviluppare soluzioni nel caso di future emergenze di salute pubblica".

Non dimentichiamo poi che oltre al brevetto servono impianti, personale specializzato e know-how. I vaccini devono poter essere somministrati, affrontando le difficoltà logistiche che anche i paesi più industrializzati hanno dovuto fronteggiare.

L'IMPEGNO DI IMPRESE E ASSOCIAZIONI PER USCIRE DALLA PANDEMIA

Le stime attuali dicono che i produttori globali di vaccini esistenti produrranno più di 11 miliardi di dosi di vaccini COVID nel 2021 e significativamente di più nella prima parte del 2022.

"Ci impegniamo a lavorare con altre parti interessate a livello internazionale per fare in modo che queste dosi raggiungano coloro che più ne hanno bisogno, ovunque si trovino", si chiude così il documento di imprese e associazioni biotech nel mondo. 

LA DICHIARAZIONE SOTTOSCRITTA DALLE IMPRESE

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