SPECIALE INNOVAZIONE BIO-FARMACEUTICA - Ricerca clinica, il valore economico e sociale dell’innovazione

03 maggio 2023 - I vantaggi che derivano dalla ricerca sono a 360 gradi. I pazienti possono beneficiare di terapie innovative con grande anticipo rispetto alla loro disponibilità, le aziende sanitarie che ospitano centri sperimentali godono di un innalzamento dell’assistenza sanitaria e della crescita professionale del personale coinvolto. Inoltre, allo sviluppo di nuovi farmaci fa seguito una forte utilità sociale, per l’allungamento della vita media dei cittadini. La ricerca clinica è, pertanto, un motore di sviluppo economico e sociale per il Paese

“L’innovazione è un investimento per il Paese. Serve sviluppare la ricerca biofarmaceutica, iniziando con l’attrarre più sperimentazione clinica in Italia e introducendo nuovi modelli farmacoeconomici per un rapido accesso alle cure migliori”. È l’appello lanciato da Assobiotec-Federchimica in occasione del convegno “Innovazione Farmaceutica. Valore, nodi e modelli di sviluppo dalla ricerca all’accesso”, promosso da Assobiotec in collaborazione con Osservatorio Sanità e Salute, che si è svolto all’inizio di aprile a Roma.

Istituzioni, mondo della ricerca e comparto industriale si sono così confrontati su alcune aree critiche dell’innovazione farmaceutica, con particolare riferimento alla sperimentazione clinica e al valore dei farmaci innovativi, cercando di trovare il difficile punto di equilibrio tra il progresso scientifico richiesto da pazienti e società in generale, e un accesso sostenibile per i sistemi sanitari pubblici.

L’evento ha costituito anche l’occasione per presentare “Il valore dell’Innovazione farmaceutica”, un’opera in tre volumi realizzata da Stefano Vella, Professore di Metodologia della ricerca clinica dell’Università Tor Vergata di Roma. La trilogia, ideata come una sorta di “manuale di navigazione” nell'innovazione farmaceutica, parte dalla descrizione delle aree terapeutiche ad alta innovatività per poi affrontare aspetti normativi e regolatori, anche a livello europeo, fino all’analisi di nuovi modelli di valutazione dell’innovazione e alla tematica cruciale rappresentata dall’accesso ai medicinali.

Il valore dell’innovazione farmaceutica

L’innovazione farmaceutica è un processo globale che porta valore ai pazienti e alla società e viene generato ad ogni passo del percorso che porta un’idea a diventare soluzione”, ha sottolineato nel corso dell’evento Fabrizio Greco, Presidente di Assobiotec e Amministratore Delegato di AbbVie Italia.

“Il nostro Paese ha bisogno di crescere nella ricerca di base e nel suo passaggio alle realtà produttive, ma già oggi può sfruttare le grandi competenze esistenti nel SSN per diventare maggiormente attrattivo per la ricerca clinica, un importante volano che permette ai pazienti di accedere anticipatamente a terapie innovative, offre opportunità di crescita professionale a medici e ricercatori, e consente al SSN benefici, tra investimenti e costi evitati, stimati in quasi 3 euro per ogni euro investito”, continua Greco. 

“Ma per ottenere questo – prosegue il Presidente – è necessario riconoscere il valore delle terapie innovative. Il futuro della farmaceutica dipenderà dallo sviluppo delle biotecnologie e la ricerca insieme al rapido e ampio accesso a questi farmaci sono fattori chiave, oltre che per generare salute, anche per lo sviluppo del Paese. Dobbiamo quindi cambiare prospettiva e focalizzarci, garantendo nel breve termine la sostenibilità del SSN, nella generazione di salute, competenze e valore economico, così da avere le risorse necessarie per poterci permettere le nuove terapie e generare un ciclo virtuoso di benessere per il Paese”.

L’eccellenza dei ricercatori italiani, come quella dei nostri stessi centri di ricerca, è stata ribadita da Barbara Capaccetti, Co-Coordinatrice Gruppo di lavoro Ricerca & Sviluppo di Assobiotec, nonché Country Medical Director & Vice President di Pfizer Italia. “Secondo il diciannovesimo Rapporto nazionale sulla sperimentazione clinica dei medicinali in Italia, pubblicato da AIFA, la quota di quelle autorizzate nel nostro Paese rispetto al resto d’Europa si attesta al 22%, un trend sicuramente in aumento. E, secondo me, è significativo anche il dato per cui circa due terzi delle sperimentazioni cliniche condotte in Italia vedono la collaborazione con istituzioni di ricerca internazionali”.

Capaccetti ha sottolineato anche l’importanza del recente adeguamento dell’Italia al Regolamento 536/2014 sulla sperimentazione clinica, grazie ai quattro decreti firmati dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, alla fine di gennaio. Un passaggio fondamentale per tutto il settore, atteso da anni, che è stato salutato molto positivamente anche dalle imprese italiane del biofarmaco. In particolare, la riduzione dei Comitati etici territoriali da 90 a 40, oltre ai 3 a valenza nazionale, ha rappresentato uno dei punti cruciali per l’adeguamento alla normativa comunitaria, e si dovrebbe tradurre in meno vincoli burocratici e un’accelerazione delle decisioni.