BIOECONOMIA - Il 3 e 4 ottobre a Bologna torna IFIB International Forum on Industrial Biotechnology and Bioeconomy

03 ottobre 2024 - La bioeconomia circolare è strategica per uno sviluppo economico e sostenibile ma ha bisogno di urgenti interventi di policy per poter esprimere tutto il suo potenziale e restituire valore al Paese. È questo il messaggio e l’appello lanciato a Bologna nella cornice del Forum Internazionale sulle Biotecnologie Industriali e la Bioeconomia (Ifib), uno dei più importanti eventi internazionali dedicati alla bioeconomia circolare che si tiene quest’anno, per la sua quattordicesima edizione, nella sede di Fondazione Golinelli.

La bioeconomia circolare è strategica per uno sviluppo economico e sostenibile ma ha bisogno di urgenti interventi di policy per poter esprimere tutto il suo potenziale e restituire valore al Paese.

È questo il messaggio e l’appello lanciato a Bologna nella cornice del Forum Internazionale sulle Biotecnologie Industriali e la Bioeconomia (Ifib), uno dei più importanti eventi internazionali dedicati alla bioeconomia circolare che si tiene quest’anno, per la sua quattordicesima edizione, nella sede di Fondazione Golinelli.

Ad organizzare la due giorni del Forum sono il Cluster italiano della Bioeconomia Circolare SPRING e Innovhub Stazioni Sperimentali per l'Industria, in collaborazione con Assobiotec, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna. IFIB è inoltre supportato dall’Italian Trade Agency (ITA) e da Invitalia, Invest in Italy.

Sul palco del Forum si alterneranno - dopo l’apertura di Mario Bonaccorso, Direttore del Cluster Spring e un intervento di Giovanni Savini del Ministero delle Imprese e del Made in Italy - una quarantina di speaker da 15 Paesi. Ci saranno presentazioni di diverse applicazioni industriali che stanno portando una vera e propria rivoluzione nei processi e nei prodotti disponibili sul mercato. Ma anche focus su Agrifood e nuovi bio-materiali, oltre a tavole rotonde per approfondire i nodi normativi che bloccano lo sviluppo del comparto; per conoscere le skill professionali oggi sempre più richieste per il settore bio-based; per discutere del ruolo delle “regions” per la transizione ecologica.

“I progressi nei settori della chimica bio-based e delle biotecnologie hanno contribuito allo sviluppo di nuove bioraffinerie in grado di utilizzare pienamente materie prime di origine rinnovabile convertendole in bioprodotti, bioenergia e biocarburanti, e utilizzando in modo efficiente le risorse senza sprechi. Questi impianti innovativi sono infrastrutture essenziali per rendere la bioeconomia davvero circolare interconnettendo i settori e trainando anche l’industria tradizionale. I relativi bioprodotti sono strumenti chiave per accelerare il passo verso il conseguimento di obiettivi ambientali e climatici sfidanti, rendendo allo stesso tempo l’UE più competitiva. – ha dichiarato Catia Bastioli, Presidente del Cluster Spring. C’è un gap normativo, che va colmato ora per non perdere le importanti opportunità mentre gli altri Paesi e continenti, forti di una strategia definita, di ingenti supporti economici e di capacità produttive in vertiginosa crescita, accelerano.”

Le biotecnologie industriali e le biosoluzioni sono un volano di innovazione per la bioeconomia circolare  e rappresentano uno strumento concreto che oggi abbiamo a disposizione per dare una risposta sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, al fabbisogno di cibo, materiali ed energia a base biologica, preservando e ripristinando le risorse naturali attraverso una gestione sostenibile dell’acqua, del suolo, e della biodiversità – ha aggiunto Elena Sgaravatti, vicepresidente di Federchimica Assobiotec

Una ricerca del McKinsey Global Institute ha stimato che fino al 60% degli input per l’economia globale potrebbe essere prodotto attraverso le biotecnologie e si calcola che, grazie alle biosoluzioni, le emissioni di CO2 possono essere ridotte dell’8%. È del tutto evidente, quindi, che l’innovazione biotecnologica rappresenta una chiave fondamentale per un cambio di paradigma che affianchi crescita economica e sviluppo sostenibile. Eppure, l’Europa e l’Italia hanno ancora un sistema normativo penalizzante. Vogliamo ribadire, con forza l’urgenza di interventi concreti, anche a livello comunitario, per le nostre imprese bio-based”

“Le biotecnologie industriali rappresentano un input fondamentale in tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto o di un processo, dal momento che sia la ricerca, sia il mercato, sempre più sono orientate verso la sostenibilità e l’ottimizzazione delle risorse. Innovhub SSI, ad esempio, collabora e sostiene lo sviluppo di bio-soluzioni nei diversi ambiti di competenza: recupero e valorizzazione scarti agricoli, sviluppo di bio-materiali e biocombustibili, sostegno della biodiversità – soprattutto in ambito agroalimentare. È fondamentale inoltre coinvolgere l’intera quadrupla elica quando si parla di bioeconomia – ha dichiarato Massimo Dal Checco, Amministratore Unico di Innovhub - Stazioni Sperimentali per l’Industria – in coerenza con le iniziative Europee che mirano ad agevolare un approccio inclusivo – ad esempio l’iniziativa “A Soil Deal for Europe: 100 living labs and lighthouses to lead the transition towards healthy soils by 2030” – vede Innovhub SSI coinvolto nel progetto iCOSHELLs, che prevede la sperimentazione di bio-soluzioni per migliorare la qualità del suolo, attraverso un approccio di co-creation”

INFORMAZIONI DI APPROFONDIMENTO

Bioeconomia: cosa è e quanto vale

La bioeconomia è quell’economia che impiega come input le risorse biologiche della terra e del mare, così come i flussi di rifiuti, per la produzione industriale, energetica, alimentare e mangimistica.

L'UE si è dotata di una prima strategia sulla bioeconomia nel febbraio 2012, per poi aggiornarla nel 2018 al fine di connettere questo paradigma economico con quello dell'economia circolare e della sostenibilità. Lo scorso 20 marzo la Commissione europea ha pubblicato il manifesto “Building the future with nature: Boosting Biotechnology and Biomanufacturing in the EU”.

Un documento che, nel ribadire con forza valore e potenzialità del biotech e della bio-produzione, riassume le sfide ancora da affrontare e gli ostacoli da superare in un’ottica di cooperazione internazionale ma anche di competitività a lungo termine dell’Unione Europea.

In Italia

L’ultimo Rapporto sulla Bioeconomia in Europa di Intesa Sanpaolo, realizzato in collaborazione con il Cluster SPRING e la nostra associazione, ha messo in evidenza come l’insieme delle attività connesse alla Bioeconomia in Italia ha generato un valore della produzione pari a 437,5 miliardi di euro, occupando circa due milioni di persone.

Nel 2023 la Bioeconomia italiana pesa il 10% in termini di valore della produzione e il 7,6% per quanto riguarda l’occupazione sul totale dell’economia del nostro Paese. La vitalità della Bioeconomia in Italia è testimoniata dalle 808 start-up innovative censite nel 2023, pari al 6,6% del totale delle imprese iscritte all’apposito Registro.

La maggior parte delle start-up innovative della Bioeconomia, diffuse lungo tutta la penisola, è concentrata nel settore della R&S (45%), seguita dall’agri-food (25%). La filiera agro-alimentare riveste un ruolo chiave nel complesso della Bioeconomia - pesando oltre il 76% in Spagna e Francia, il 63% circa in Italia ed il 61% in Germania – ed è sempre più protagonista del percorso di transizione verso una maggiore sostenibilità dei processi.

L’Italia, nel 2017 si è dotata di una Strategia dedicata alla Bioeconomia, in fase di aggiornamento nel 2024 per connettere il paradigma della bioeconomia a quello dell’economia circolare.

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