STARTUP&PMI - Nuove opportunità di sviluppo per il biotech con il BioInItaly Investment Forum

10 ottobre 2024 - Il BioInItaly Investment Forum - evento distintivo dell'Associazione sin dal 2006 - è tornato nel 2024 con una nuova veste e all'interno della cornice di CPHI, la più grande fiera del settore farmaceutico. Otto le startup che si sono presentate di fronte a un pubblico di investitori e addetti ai lavori

Il BioInItaly Investment Forum - evento distintivo dell'Associazione sin dal 2006 - è tornato nel 2024 con una nuova veste e all'interno della cornice di CPHI, la più grande fiera del settore farmaceutico,

Rafforzare l'ecosistema e favorire nuove opportunità di sviluppo

Mercoledì 9 ottobre siamo stati ospiti della manifestazione per presentare le tendenze dell'industria italiana delle biotecnologie nel campo della salute e per promuovere l'interazione tra gli attori dell'innovazione e l'ecosistema dell'innovazione, favorendo così opportunità di investimento e di business development.

Sono stati invitati a prendere parte all'iniziativa da un lato Corporate Venture Capitalist e Business Developer delle biofarmaceutiche e biodiagnostiche e, dall'altra, Start-up e PMI innovative operanti nel settore della salute, cui è stata dedicata una sessione di pitch durante la mattinata di lavoro, permettendo un dialogo esclusivo e diretto con grandi realtà dell’industria potenzialmente interessate a investire in progetti di valore.  

Cresce il mercato del private capital, ma l'Italia è ancora indietro in Europa

Dopo il saluto di benvenuto di Guido Guidesi, Councillor for Economic Development di Regione Lombardia, Alessia Muzio, Director Study and Research Office di AIFI Italian Association of Private Equity, Venture Capital & Private Debt ha presentato gli ultimi dati sullo scenario italiano tra private equity, venture capital e private debt.

Muzio ha sottolineato che il mercato italiano del private capital è cresciuto in modo significativo negli ultimi anni. “Oggi AIFI, l'Associazione italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt, associa quasi 180 soggetti, contro i 120 di 10 anni fa, con una quota significativa di operatori internazionali. Guardando le statistiche, negli ultimi anni sono stati investiti oltre 50 miliardi di euro, con un picco nel 2022, che ha rappresentato l’anno record. In questo contesto, anche il segmento del venture capital è cresciuto molto, grazie anche ad alcune iniziative istituzionali, nonostante rimanga di dimensioni contenute rispetto agli altri principali mercati”. Prosegue: “Negli ultimi cinque anni sono stati investiti nel mercato italiano del private equity e venture capital nei settori del medicale e delle biotecnologie 7,5 miliardi di euro, distribuiti su 500 operazioni. Da sottolineare la nascita nell’ultimo periodo di alcuni operatori, soprattutto di venture capital, focalizzati proprio su questi settori”.

Se però guardiamo ai dati in valori assoluti, i numeri del venture capital per l'Italia sono ancora molto lontani da quelli degli altri Paesi. Considerando il comparto del lifescience in Europa lo scorso anno sono stati investiti oltre 3 miliardi nel solo venture capital, di cui solo 190 milioni nel nostro mercato. "Il confronto con i principali Paesi europei evidenzia come, nonostante lo sviluppo degli ultimi anni e la nascita di nuovi operatori, il nostro mercato abbia ancora bisogno di crescere per essere competitivo a livello internazionale".

Strategie, fattori di successo e trend di investimenti per il comparto biotech

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Sotto la guida di Pierluigi Paracchi, componente del nostro Consiglio di Presidenza e Co-Founder & Ceo - Genenta Science si è svolta la prima tavola rotonda, The Italian strategic plan for the sector, con la partecipazione di Massimo Carnelos, Head of the Innovation, Technology and Startup Office - Italian Minister of Foreign Affairs, Davide Santi, Senior Investment Manager - CDP Venture Capital SGR, Maria Cristina Porta, General Manager – Enea Tech & Biomedical.

La seconda tavola rotonda, moderata e introdotta da Elena Paola Lanati, CEO – Indicon, si è focalizzata sul tema: Start-up success factors and VC investment trends. Hanno partecipato: Stefano Cottignoli, Head of Global Business and Corporate Development - Chiesi Farmaceutici, Lucia Faccio, Partner, Sofinnova Partners - Telethon Strategy, Pietro Puglisi, Co-Founder and General Partner - Claris Ventures, Giovanni Rizzo, Partner Biotech Fund - Indaco Venture Partners.

Servono nuovi investimenti: lavoriamo insieme per lo sviluppo di un settore strategico

A chiudere la giornata il messaggio di Pierluigi Paracchi, anche moderatore del Tavolo ministeriale per l’internazionalizzazione del biotech, costituito da Maeci per rafforzare il comparto nazionale, concentrandosi in particolare sulla cooperazione con gli Stati Uniti e altri partner del G7: “A livello globale c’è una grande richiesta di tecnologie innovative per la salute, ma il loro sviluppo ha costi decisamente più elevati rispetto a quelli dei farmaci tradizionali. Questo impone la necessità di concentrare le risorse disponibili su progetti biotech che hanno le potenzialità di diventare prodotti clinici con un reale impatto sul paziente. Per permettere alle nostre aziende di crescere, dobbiamo pretendere che le agenzie governative di investimento come Enea Tech & Biomedical e CDP Venture investano con dimensioni paragonabili agli interventi nei Paesi leader nel settore. Secondo, avere una borsa valori pronta ad aprire al tech. Il biotech è un settore strategico, dobbiamo lavorare insieme, a livello Paese, per non perdere questa importante occasione di sviluppo".

In una fase storica che presenta tanti segnali positivi per il settore biotech, sia a livello internazionale (ricordiamo il recente documento UE “Building the future with nature” e l’impegno della presidente della Commissione Ursula von der Leyen a realizzare un Biotech Act entro il 2025), sia nazionale (oltre al citato Tavolo Maeci, anche i nuovi fondi VC pubblici e privati, l’attività di Fondazione Enea Biomedical Tech, il numero crescente di aziende che stanno raccogliendo capitali importanti), il BioInItaly Investment Forum vuole essere una delle tante attività portate avanti da Assobiotec con l’obiettivo di valorizzare e far crescere il tessuto imprenditoriale nazionale dedicato alle biotecnologie.

Otto startup biotech alla ricerca di investitori

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Un incentivo allo sviluppo proprio a partire dalle startup, strategico tassello di quel biotech journey che idealmente porta una buona idea a diventare prodotto di valore per la società. Una sessione dei lavori è stata, infatti, dedicata alla presentazione dei progetti innovativi di ricerca da parte di otto realtà biotech che hanno esposto i propri progetti di fronte a una platea di oltre 70 addetti ai lavori.

Eccole:
Giovanni Amabile, di Aptadir Therapeutics, impresa che sviluppa terapie basate su inibitori a RNA per il trattamento di tumori non trattabili e malattie genetiche;
Emanuela Grassilli, di Bionseek, impresa che studia soluzioni diagnostiche e trattamenti innovativi personalizzati in ambito oncologico;
Antonio D'angelo, di Medicud, focalizzata sullo sviluppo di apparecchiature biomedicali ad alto contenuto tecnologico, ecologicamente ed economicamente sostenibili;
Fabio Palombo, di Neomatrix che lavora sulla sintesi di vaccini in ambito oncologico;
Alessio Lanna di Sentcell, impresa che, facendo leva sui linfociti T, sviluppa terapie per il ringiovanimento;
Lidia Pieri, di Sibylla Biotech, per l’identificazione e sviluppo di piccole molecole che agiscono su target coinvolti in diversi tipi di malattie.
Silvio   Traversa, di Sintica Biotech, per la cura del melanoma che contrasta lo sviluppo di resistenza primaria o indotta dai trattamenti attualmente disponibili;
Bruna  Marini, di Ulisse Biomed, sulla diagnostica molecolare e il monitoraggio di farmaci biologici.

Per approfondimenti:

Hanno supportato l'iniziativa tre media partner: Edra, ITTBioMed, Innlifes.
SANITA'33 | La playlist del BioInItaly Investment Forum con le interviste ai protagonisti
SANITA'33 | BioInItaly Investment Forum 2024: un’occasione di crescita per il Biotech Italiano
INNLIFES | Competenze e investimenti: li abbiamo, ma occorre radicarli in italia

 

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