IN PRIMO PIANO - Presentato il rapporto ad interim del Tavolo di lavoro per l'internazionalizzazione delle industrie biotech

17 ottobre 2024 - "Le biotecnologie rappresentano un settore strategico ad altissimo valore aggiunto, capace di promuovere crescita, sviluppo e innovazione". Con queste parole, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aperto ieri, mercoledì 16 ottobre, la presentazione del rapporto ad interim del Tavolo di lavoro per l'internazionalizzazione delle industrie biotecnologiche alla Farnesina.

"Le biotecnologie rappresentano un settore strategico ad altissimo valore aggiunto, capace di promuovere crescita, sviluppo e innovazione". Con queste parole, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aperto ieri, mercoledì 16 ottobre, alla Farnesina la presentazione del rapporto ad interim del Tavolo di lavoro per l'internazionalizzazione delle imprese biotecnologiche.

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Il Tavolo di lavoro per l'internazionalizzazione delle imprese biotech

Il Tavolo di lavoro per l'internazionalizzazione delle imprese biotecnologiche è stato istituito nel gennaio di quest'anno dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), in collaborazione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il Ministero dell’Università e della Ricerca, Agenzia ICE, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), CDP Venture Capital, ENEA Tech e Biomedical, e vede la partecipazione di imprenditori, scienziati ed esperti del settore.  

Il Tavolo è nato con l’obiettivo di rafforzare la competitività del comparto biotech italiano grazie all'internazionalizzazione delle imprese emergenti e al supporto alle loro attività di ricerca e sviluppo.

Il Sistema Paese punta sulle biotecnologie per competere

"È attualmente in via di definizione la normativa europea sulle biotecnologie, un comparto sul quale dobbiamo puntare. Noi siamo un Paese manifatturiero, che crede nell'industria che si aggiorna, e che per competere deve valorizzare innovazione e ricerca. Puntiamo ad aprire nuovi mercati e a favorire la raccolta di capitali”, ha proseguito il Ministro Tajani.

Matteo Zoppas, presidente di ICE, ha evidenziato che le esportazioni del settore biotecnologico italiano, pari a 16 miliardi di euro, rappresentano un risultato significativo ma con margini di miglioramento. "Si tratta di un numero che può e deve crescere, in questo è fondamentale il ruolo delle aziende e l'importanza del Sistema Paese, che è il motore della diplomazia della crescita", ha affermato Zoppas.

"Le applicazioni delle tecniche di biologia molecolare in campo biomedico - ha dichiarato il Ministro della Sanità Orazio Schillaci - hanno dato un contributo significativo sia per lo sviluppo di nuovi prodotti terapeutici sia per la ricerca. L'Italia è all'avanguardia nelle terapie avanzate. Le biotecnologie hanno permesso di dare cure a malattie che erano prive di trattamenti efficaci, di offrire terapie personalizzate e diagnosi tempestive, hanno prodotto vaccini. Tutto questo è stato assicurato anche dagli sforzi ad oggi realizzati dalle istituzioni, a livello nazionale ed europeo".

“L'attività del Tavolo di lavoro, soprattutto per quanto riguarda la finalità di intensificare la promozione e l’internazionalizzazione dell'ecosistema biotech italiano nel suo complesso - penso a ricerca, trasferimento tecnologico, formazione e attrazione dei talenti, imprese e capitali - è quindi veramente di grande rilevanza anche nel quadro delle linee strategiche del Ministero della Salute", ha concluso Schillaci.

I quattro passi della strategia nel Rapporto ad interim

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Il rapporto è stato presentato dal moderatore del tavolo, Pierluigi Paracchi (componente del Consiglio di Presidenza Assobiotec, CEO e founder di Genenta Science, unica società italiana quotata sul Nasdaq di New York). Sono inoltre intervenuti il Presidente di Ice-Agenzia, Matteo Zoppas, il Direttore Generale di Enea Tech e Biomedical, Maria Cristina Porta, e l'Amministratore Delegato di Cdp Venture, Agostino Scornajenchi.

"Post pandemia un settore già importante come le biotecnologie è diventato strategico. Lo vediamo in tutti i Paesi leader e l'Italia non è da meno. Abbiamo grande scienza, dobbiamo trasformare questa scienza in prodotti, in terapie che vadano a beneficio dei pazienti e dobbiamo farlo in Italia, difendendo i nostri asset”, ha commentato Pierluigi Paracchi.

Il documento diffuso delinea una strategia finalizzata a migliorare la competitività del settore biotecnologico italiano attraverso il supporto all'internazionalizzazione delle imprese biotecnologiche emergenti e al sostegno delle loro attività di ricerca e sviluppo.

Il rapporto ad interim delinea un piano operativo in quattro passi.

1. Individuare le patologie di interesse nazionale, ovvero quelle che hanno maggiore impatto sulla salute della popolazione italiana in termini di decessi e di riduzione della qualità della vita. Si tratta di malattie cardiovascolari (35% di tutti i decessi in Italia); tumori (responsabili del 29% delle morti); patologie respiratorie; malattie cronico-degenerative; malattie infettive e la resistenza agli antibiotici che nel 2023 ha causato circa 70 mila decessi.

2. Individuare le tecnologie emergenti, come il gene editing o la fermentazione di precisione, che permettono di dare una risposta alle priorità di salute, bio-industriali, ambientali del Paese.

3. Identificare le IBE (Imprese Biotecnologiche Emergenti), impegnate nella R&S di biotecnologie emergenti, andando a costituire un Elenco Speciale delle Imprese Biotecnologiche Emergenti (ESIBE) sia in ambito sanitario che industriale e ambientale.

4. Sostenere le IBE nell’internazionalizzazione attraverso un programma di promozione dedicato, “Montalcini Global Biotech Tour”, per favorire l'incontro tra le imprese biotech emergenti italiane e potenziali investitori, istituzioni e partner internazionali.
Il programma mira a promuovere la partecipazione delle IBE agli eventi biotech globali più importanti e a creare connessioni in hub biotecnologici come New York, Basilea o Doha, sostenere i loro investimenti in R&S e offrire un accesso diretto e privilegiato all’ecosistema della ricerca italiana (rete degli IRCCS, Istituto Italiano di Tecnologia, Human Technopole, Fondazione Biotecnopolo di Siena, Centro Nazionale Anti-Pandemico CNAP…).

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Al via la fase di raccolta di suggerimenti da parte degli stakeholder

La presentazione del rapporto dà il via a una fase di raccolta di commenti da parte degli stakeholder - IRCCS, Università, sistema della ricerca e del trasferimento tecnologico, investitori, così da ricevere proposte di integrazioni e suggerimenti. Sulla base di quanto ricevuto, nei prossimi mesi sarà elaborato e presentato il Rapporto finale.

"L'Italia, con il suo patrimonio scientifico - ha sottolineato Pierluigi Paracchi - deve assicurarsi che queste innovazioni trovino rapida e concreta applicazione, rimanendo al contempo asset nazionali. L'internazionalizzazione del settore, la collaborazione con i Paesi partner e l'attrazione di investimenti esteri sono il perno per garantire una crescita competitiva. Gli investimenti governativi, sia diretti sia tramite l'intermediazione delle agenzie governative, dovrebbero concentrarsi su operazioni strategiche di dimensioni competitive, allineandosi agli standard internazionali dei paesi che già guidano il settore".

I lavori del tavolo di lavoro e la predisposizione del Rapporto costituiscono un ottimo passo verso il raggiungimento di questi obiettivi. Come confermato in occasione dell'incontro, il settore delle biotecnologie rappresenta per l’Italia un'opportunità unica di leadership internazionale in termini di innovazione, ricerca e sviluppo. La collaborazione tra industria, ricerca e istituzioni è cruciale per liberare il potenziale del settore e garantirne il successo internazionale.

Per approfondimenti: il comunicato stampa del MAECI

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