IN PRIMO PIANO - Strategia Italiana per la Bioeconomia, approvato il Piano d’implementazione 2025-2027

18 dicembre 2024 - Approvato il Piano d’Implementazione 2025-2027 della Strategia Italiana per la Bioeconomia BIT II (IAP 2025-2027), redatto dal Gruppo di Coordinamento Nazionale per la Bioeconomia (GCNB) - presieduto dal Coordinatore Scientifico Fabio Fava e da Andrea Lenzi, Presidente CNBBSV (Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita, di cui il Gruppo fa parte).

Approvato il Piano d’Implementazione 2025-2027 della Strategia Italiana per la Bioeconomia BIT II (IAP 2025-2027), redatto dal Gruppo di Coordinamento Nazionale per la Bioeconomia (GCNB) - presieduto dal Coordinatore Scientifico Fabio Fava e da Andrea Lenzi, Presidente CNBBSV (Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita, di cui il Gruppo fa parte).

Il documento, disponibile sul sito web di Palazzo Chigi, ha aggiornato il Piano d'Azione Attuativo 2020-2025 alla luce delle transizioni digitale e ambientale con l’obiettivo di consolidare la Bioeconomia sostenibile e circolare su tutto il territorio nazionale e a livello internazionale.

La nuova versione del Piano, cui anche Assobiotec ha contribuito attraverso l’intervento di Federchimica, è il risultato di una valutazione che tiene conto sia dei successi raggiunti sia delle difficoltà incontrate e del cambiamento del contesto internazionale, con Stati Uniti e Cina che hanno previsto investimenti ingenti nella produzione di prodotti da fonti bio-based.

Obiettivi e azioni previste dal Piano d’azione della Strategia Italiana per la Bioeconomia

Come si legge nel Piano: “La Bioeconomia rappresenta un pilastro fondamentale di un nuovo modello di sviluppo in grado di affrontare le sfide crescenti poste dai cambiamenti climatici, dall'inquinamento e dalla degradazione del suolo e degli ecosistemi, generando al contempo benessere economico e sociale attraverso l’utilizzo di specificità, conoscenze e tradizioni locali”.

Gli obiettivi che si propone il nuovo Piano 2025-2027 sono ambiziosi: aumentare del 15% il fatturato annuo e l’occupazione della bioeconomia entro il 2030, portandoli rispettivamente dai 437,5 miliardi del 2023 a 503,1 miliardi e da 2 milioni a 2,3 milioni di posti di lavoro.

Previste una serie di azioni mirate:

• Implementare iniziative e investimenti per sostenere e interconnettere tutti i settori della Bioeconomia sostenibile e circolare sul territorio nazionale, sfruttando appieno il potenziale delle aree rurali, collinari, montane e costiere

• Promuovere un quadro legislativo chiaro, stabile e armonizzato, in grado di stimolare il mercato di alimenti e bevande, prodotti chimici, materiali, plastiche e carburanti biobased ottenuti da materie prime biologiche

• Implementare approcci circolari e rigenerativi volti a proteggere e ripristinare gli ecosistemi danneggiati e le perdite di biodiversità, valorizzare le aree marginali e le aree industriali chimiche dismesse, in linea con le nuove normative sul ripristino ambientale dell'Unione Europea

•  Promuovere l'integrazione dei settori della bioeconomia a livello verticale (filiera) e orizzontale (territorio), il coinvolgimento di produttori primari, cittadini e amministrazioni pubbliche e il miglioramento di competenze, formazione e imprenditorialità.

I commenti: il Ministro Gilberto Pichetto Fratin e la Vicepresidente Assobiotec Elena Sgaravatti

“La bioeconomia è una delle leve più innovative per raggiungere gli obiettivi di crescita sostenibile. L’aggiornamento del Piano di Azione pone l’Italia all’avanguardia nella ricerca di soluzioni e nuove opportunità per l’impresa e il mondo del lavoro. Nei settori della bioeconomia, dai carburanti sostenibili alle rinnovabili, dall’economia circolare alla rigenerazione e il ripristino ambientale, c’è una leadership italiana da valorizzare”.  Lo dichiara il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

Non va dimenticato, infatti, che l’Italia ha un ruolo di primo piano nella Bioeconomia in Europa: è prima per ricchezza di biodiversità e di prodotti di qualità (IGP, DOP, etc.) immessi sul mercato; spesso seconda per ricerca e innovazione (come presenza nei progetti competitivi finanziati dalla Commissione Europea); terza per fatturato e occupazione (427 miliardi di euro/anno, 2 milioni di posti di lavoro). In Italia è stato realizzato il primo impianto industriale al mondo per la produzione di butandiolo da fonti rinnovabili.

Commenta la Vicepresidente Elena Sgaravatti: "È fondamentale ripensare e rafforzare un modello economico che sia rigenerativo, circolare e non più lineare, puntando sulle biosoluzioni come chiave per affrontare la transizione green. La bioeconomia promuove un modello virtuoso in grado di conciliare dimensione economica, sociale e ambientale, favorendo la rigenerazione di territori, la creazione di occupazione qualificata e valorizzando competenze, istruzione e infrastrutture”.

Il sostegno da parte delle istituzioni resta fondamentale per permettere al meta-settore della bioeconomia di generare valore e diventare volano di uno sviluppo sostenibile.

 “Le biotecnologie e i prodotti bio-based, in una parola le biosoluzioni, come indicato anche nel Manifesto della Commissione Europea dello scorso marzo, rappresentano uno tra i settori più promettenti per affrontare le sfide sociali e ambientali. Occorre lavorare insieme, istituzioni nazionali, europee, comunità scientifica e associazioni industriali, per promuovere misure concrete per l’accesso delle biosoluzioni nel mercato”.

Prosegue: “Accogliamo con estremo favore l’intento dichiarato nel Piano di lavorare in sinergia con gli altri Stati membri dell’Unione Europea e con gli organismi sovranazionali. Come associazione, siamo costantemente in dialogo con la European Biosolutions Coalition ed Europabio per creare un quadro regolatorio favorevole e snello e per promuovere una corretta informazione verso i cittadini. Il futuro è nelle biosoluzioni, è il momento di trasformare sempre più questa visione in realtà".

Il Gruppo di Coordinamento Nazionale per la Bioeconomia (GCNB)

Il GCNB ha lo scopo di:
> garantire la sinergia tra amministrazioni pubbliche nazionali, regionali e locali e i cluster tecnologici nazionali che operano nel settore, assicurando una più qualificata ed efficace partecipazione degli attori italiani della Bioeconomia ai bandi nazionali e del programma Horizon Europe a sostegno della ricerca e dell’innovazione;
> coordinare le politiche pubbliche, riducendo duplicazioni e frammentazione;
> definire un quadro regolatorio e di investimenti a sostegno dell’ innovazione nel settore adeguato, coerente e aggiornato alle necessità nazionali.

Il GCNB, inoltre, assicura l’attuazione della Strategia nazionale per la Bioeconomia e il suo allineamento con quella della Commissione Europea, concorrendo alla definizione delle priorità EU per il settore.

Partecipano al Gruppo:

  • i Ministeri: dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste; dell’Istruzione e Merito; delle Imprese e Made in Italy; dell’Ambiente e Sicurezza Energetica; di Università e Ricerca (MUR);
  • Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA);
  • Conferenza Permanente Stato-Regioni e Province autonome, Commissioni Agricoltura e Sviluppo Economico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome;
  • Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud-Presidenza del Consiglio dei Ministri;
  • Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno (SVIMEZ);
  • Cluster tecnologici nazionali: CLAN (Agrifood), SPRING (Bioeconomia circolare), BIG (Blue Italian Growth) e Cluster Foresta Legno.


Per approfondimenti:

Piano d’Implementazione 2025-2027 della Strategia Italiana per la Bioeconomia BIT II
Articolo Sole 24 Ore - Bioeconomia, ecco il nuovo piano nazionale per aumentare del 15% fatturato e occupazione entro il 2030 con le dichiarazioni di Fabio Fava
Rapporto "La bioeconomia in Europa" - Intesa Sanpaolo, Cluster Spring, Assobiotec 

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