BIOTECH PER LA BIOECONOMIA - Il futuro industriale e sostenibile dell’Europa passa dalle Biosoluzioni

14 maggio 2025 - Al secondo summit della Euopean Biosolution Coalition attori chiave dell’intera filiera europea delle biosoluzioni, stakeholder istituzionali e aziende innovative si sono confrontati sul futuro industriale e sostenibile dell’Europa

“How will Europe keep pace? Boosting competitiveness with biosolutions”

È questo il titolo della seconda edizione dell’European High-Level Conference on Biosolutions, tenutasi lo scorso 13 maggio a Bruxelles, un evento, organizzato dalla European Biosolutions Coalition che ha riunito attori chiave dell’intera filiera europea delle biosoluzioni, stakeholder istituzionali e aziende innovative per discutere il futuro industriale e sostenibile dell’Europa.

Competitività, sostenibilità, autonomia: una sfida europea da affrontare adesso

Nel suo intervento di apertura, Sofie Carsten Nielsen, Direttrice della European Biosolutions Coalition ha sottolineato quanto il settore delle biosoluzioni rappresenti una leva strategica per la competitività, la sostenibilità e la sovranità tecnologica europea. “Il biotech - ha dichiarato - è parte della soluzione per rendere l’Unione Europea  indipendente, competitiva e innovativa. Serve agire adesso, per non rischiare di spingere altrove le imprese più innovative del nostro ecosistema bioindustriale! 

Tre priorità per la European Biosolutions Coalition

Secondo quanto riportato nel documento diffuso a margine dell'evento dalla European Biosolutions Coalition, sono tre le priorità su cui è urgente intervenire per assicurare all'Europa competitività e una crescita economica sostenibile:

  1. Una Riforma normativa:
    Perchè i tempi di approvazione europei sono fino a tre volte più lunghi rispetto a quelli di USA e Cina. È necessario semplificare regolamenti come il REACH, mantenendo alti standard di sicurezza ma liberando risorse per le innovazioni bio-based.
  1. Degli Investimenti mirati:
    Servono strumenti di finanziamento accessibili per supportare biomateriali, bioplastiche e packaging sostenibile, creando valore economico e ambientale a lungo termine.
  1. Il Riconoscimento del ruolo strategico delle biosoluzioni:
    Le biosoluzioni devono essere integrate nella politica industriale europea come tecnologie chiave per la transizione verde e per rafforzare la sovranità tecnologica dell’UE.

Nel corso del dibattito sono inoltre stati discussi e approfonditi una serie di altri temi che rappresentano urgenti sfide da affrontare:

  • Competitività e semplificazione delle norme:
    Rafforzare la competitività europea passa attraverso una semplificazione normativa strutturale.
  • Scale-up: da startup a industria:
    L’Europa vanta startup brillanti, ma incontra difficoltà nel portare queste innovazioni a scala industriale (lab to fab).
  • Accesso a feedstocks e risorse:
    È essenziale facilitare l’accesso a materie prime bio-based per garantire la competitività delle imprese europee.
  • Superare le barriere del mercato unico:
    Persistono ostacoli che frammentano il mercato unico europeo per le biosoluzioni, limitando la crescita del settore.

Serve una legge europea ampia e coraggiosa

Il Biotech Act in fase di definizione e la nuova Strategia europea per la Bioeconomia rappresentano opportunità decisive per sbloccare il potenziale delle biosoluzioni. Tuttavia, permangono sfide strutturali - barriere normative, difficoltà di accesso ai finanziamenti e problemi di scalabilità - che continuano a frenare la competitività. 
È quindi necessaria una legge europea sulle biotecnologie ampia e coraggiosa, che superi l’attuale focus sul settore farmaceutico e abbracci l’intero ecosistema bio-based, facilitando lo scale-up e l’industrializzazione delle innovazioni.

Le parole del Commissario Olivér Várhelyi: "Momento decisivo"!

Nel suo keynote speech, il Commissario Olivér Várhelyi ha sottolineato la rilevanza di questo momento per il futuro industriale dell’Europa: “È un momento decisivo per l’industria europea della salute e per il settore delle biotecnologie. Senza un settore biotech forte, non ci sarà una nuova industria europea della salute.”

Il Commissario ha inoltre evidenziato come in Europa esista un paradosso: una riconosciuta eccellenza nella ricerca, ma una scarsa capacità di portare innovazioni sul mercato, ostacolate da burocrazia, mancanza di finanziamenti e debolezza nelle catene del valore: “Il nostro forte posizionamento nella ricerca biotecnologica non si traduce sempre in prodotti e processi sul mercato. Le difficoltà di accesso ai finanziamenti, la complessità normativa e le carenze nelle catene del valore rischiano di confinare le innovazioni nei laboratori europei, favorendo la fuga oltreoceano.”

Infine, Várhelyi ha confermato che il Biotech Act sarà sviluppato attraverso un percorso di consultazione con tutti i portatori di interesse per garantire un approccio concreto, inclusivo e orientato al mercato.

Va certamente in questa direzione la Call for Evidence appena aperta della Commissione Europea alla quale si potrà contribuire fino al prossimo 11 giugno

L’intervento di Elena Sgaravatti: fare sistema

La giornata si è conclusa con l’intervento della nostra Vicepresidente Elena Sgaravatti, che ha ribadito con forza la necessità di interventi concreti a supporto delle imprese bio-based.
Al centro del suo messaggio, l’importanza di fare sistema: unire le competenze dell’industria e il ruolo delle istituzioni per accelerare la trasformazione delle idee in prodotti innovativi e competitivi, contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi europei di sostenibilità.
Sgaravatti ha poi utilizzato una metafora efficace per rappresentare la situazione attuale del settore: ha paragonato le biosoluzioni a una pianta rigogliosa, con radici solide e rami pronti a espandersi, ma costretta a crescere in un vaso troppo piccolo, che ne limita lo sviluppo. Questo vaso rappresenta un terreno normativo e di mercato “not fit for purpose”, non adeguato a sostenere la crescita del settore biotech europeo.
Il suo invito alle istituzioni è stato chiaro: serve ampliare il contesto di crescita, rimuovendo ostacoli e creando le condizioni per uno sviluppo pieno e competitivo delle biotecnologie in Europa.

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