[2] si assume che la variazione possa essere imputabile prevalentemente a operazioni contabili finalizzate a una diversa allocazione del valore all’interno di gruppi industriali a controllo estero e, in misura minore, a un aumento della competizione in alcuni segmenti del mercato farmaceutico per la scadenza a fine 2018 di alcuni brevetti.
Il sondaggio sull'impatto della pandemia sulle imprese biotech
Quello delle biotecnologie in Italia è un settore che, anche in un momento difficile come è stato quello della pandemia, ha saputo fronteggiare al meglio condizioni e imprevisti dai contorni indefiniti.
Infatti i risultati di un breve sondaggio, effettuato tra maggio e giugno 2021 a un campione di imprese tra quelle seguite per l’elaborazione del rapporto e finalizzato a fotografare il comparto a un anno dalla pandemia e dalle norme che hanno regolato le attività economiche e occupazionali, mostra che la dimensione ridotta delle imprese e la vocazione all’export (anche se nella maggior parte dei casi per meno di un terzo rispetto al totale prodotto) non hanno impedito alle imprese di affrontare le nuove condizioni, dimostrando resilienza e un buon grado di adattamento.
Circa il 70% delle intervistate ha dichiarato un fatturato stabile, se non in aumento. Per coloro che hanno assistito a una sua diminuzione si parla di percentuali comprese tra il 20% e il 50% e si stima un rientro dei volumi precedenti in circa un anno.
Per le imprese colpite dalla pandemia è stato possibile accedere agli aiuti straordinari e ai finanziamenti garantiti dallo Stato, utilizzati peraltro da una quota ristretta delle aziende coinvolte.
Nonostante le limitazioni imposte, la maggioranza delle aziende intervistate è tuttavia riuscita a organizzarsi contando sulle proprie riserve e in funzione del contesto. Considerando, ad esempio, il livello dell’occupazione si rileva che questo è rimasto stabile grazie anche a una ripianificazione che ha consentito il prosieguo delle attività; per alcune imprese si è registrato addirittura un aumento della forza lavoro.
Interessante osservare per la gran parte delle imprese una tenuta delle attività di R&S: è stato possibile, quindi, salvaguardare la quota di attività aziendali destinate all’innovazione.
Circa le prospettive future sembra che le attività per il prossimo periodo si concentreranno su più fronti: in particolare si stanno pianificando nuove aree di attività/ricerca per rispondere alle esigenze della popolazione (attività di screening, prevenzione).
Un settore dalle potenzialità straordinarie
Il nostro
Presidente Riccardo Palmisano:
“Quello delle biotecnologie è un settore che ha potenzialità straordinarie, confermato dagli strumenti che stanno permettendo al mondo di superare la pandemia: dal sequenziamento del genoma del virus ai test diagnostici, fino ai vaccino e agli anticorpi monoclonali, tutte le risposte al Covid 19 sono state biotecnologiche.
Il Biotech è universalmente riconosciuto quindi come un asset sul quale i Paesi sviluppati non possono non puntare per una ripartenza economica che sia anche sostenibile. Oggi siamo a un bivio cruciale ed è il momento, come sistema Paese, di scegliere di seguire finalmente la strada dell’innovazione. Abbiamo grazie al Next Generation EU e al PNRR, risorse mai viste prima e un’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica su diverse priorità sulle quali da anni chiediamo interventi di policy.
Sono tanti i segnali incoraggianti per lo sviluppo del settore che stanno arrivando dal Governo: l’innalzamento del credito d’imposta da 4 a 20 milioni, la nuova identità e missione data dal MISE a Fondazione Enea Biomedical Tech con anche l’idea di raddoppiare la dotazione della Fondazione con altri 400 milioni a disposizione delle startup focalizzate sul biotech. E ancora la detassazione del capital gain per chi investe in startup e PMI innovative, solo per citarne alcuni. Tutti segnali incoraggianti, che fanno ben sperare e che ci fanno dire, con un pizzico di orgoglio, che i semi che in questi anni abbiamo gettato, hanno finalmente la possibilità di germogliare, fermo restando una rapida implementazione delle necessarie riforme, a partire dalla semplificazione burocratica che ad oggi frena pesantemente il nostro settore”.
Un cambiamento strutturale in corso, verso una maggiore sostenibilità ambientale
Gaetano Coletta (ENEA), responsabile Servizio Offerta e Valorizzazione Servizi di Innovazione, Direzione Innovazione e Sviluppo:
“Dalle prime indicazioni emerge una sostanziale tenuta del settore delle biotecnologie in Italia, nonostante l’emergenza COVID-19; inoltre, il Rapporto Assobiotec-ENEA conferma il trend di cambiamento strutturale in corso nel settore, con la progressiva crescita delle applicazioni biotecnologiche per l’industria, l’ambiente, l’agricoltura e la zootecnia. Una dinamica, questa, strettamente legata ai processi innovativi volti ad una maggiore sostenibilità ambientale che stanno caratterizzando molti comparti industriali, non di rado ‘tradizionali', e per i quali il contributo delle biotecnologie è spesso cruciale”.