BIOTECH WEEK - A Bari oggi e domani il Forum Internazionale sulle biotecnologie industriali e la bioeconomia

29 settembre 2022 - L’evento, parte del calendario della Biotech Week, è occasione per conoscere ricerche scientifiche e best practice industriali in grado di favorire una crescita economica sostenibile anche grazie alle biotecnologie

Bari per due giorni capitale della bioeconomia circolare

Oggi e domani nel capoluogo pugliese si tiene la dodicesima edizione di Ifib, il Forum Internazionale sulle Biotecnologie industriali e la Bioeconomia organizzato da Assobiotec, il Cluster italiano della bioeconomia circolare Spring e da Innovhub-SSI, con la collaborazione di Regione Puglia, di Puglia Sviluppo e dell’Agenzia Ice.

Si tratta di una due giorni nella quale circa 200 delegati provenienti da più di 20 Paesi si confrontano sulle strategie e sulle politiche per compiere una riconversione ambientale che abbia come pilastro la bioeconomia circolare. Al centro dell’edizione di quest’anno, temi come il ruolo delle Regioni nella transizione ecologica, l’impiego di biocarburanti avanzati nel settore dell’aviazione (Sustainable Aviation Fuels) e le bioplastiche.

Biotecnologie motore di innovazione delle bioeconomia e risorsa chiave per la transizione ecologica. Ma serve uno sforzo comune

La nostra Vice presidente Elena Sgaravatti a margine delle manifestazione ha così commentato: 
"Le biotecnologie, che sono motore di innovazione della bioeconomia, offrono la straordinaria opportunità di conciliare crescita economica e sviluppo sostenibile. Oggi, nella settimana delle biotecnologie, gli attori internazionali del mondo industriale, della ricerca e istituzionale condividono un impegno comune per una transizione ecologica che valorizza la bioeconomia circolare come strumento di un profondo cambiamento trasformativo. Occorre ripensare il modo in cui si crea valore, e adottare con urgenza quanto, in questa nuova economia, le biotecnologie industriali e quelle applicate all’agricoltura rendono disponibile. È necessario però uno sforzo comune, da parte di tutta l’intera filiera: dai produttori al cittadino ma anche da parte delle istituzioni locali e nazionali. Solo attraverso una collettiva maggiore consapevolezza del valore aggiunto così generato ed il coinvolgimento di tutte le parti coinvolte si potrà contribuire alla costruzione di un’economia di valore e sostenibile ­ anche per le generazioni future.”

Bioeconomia, qualche numero

La bioeconomia è il sistema che utilizza le risorse biologiche, inclusi gli scarti, per produrre beni ed energia. La composizione settoriale della bioeconomia include la filiera agro-alimentare, la farmaceutica bio-based, legno e mobili a base bio, la bioenergia, i rifiuti biodegradabili, il sistema moda bio-based, chimica, gomma e plastica a base bio, carta e prodotti in carta, ciclo idrico.

In Italia nel 2021 la bioeconomia ha registrato un rimbalzo delle produzioni pari al 10,6%, diffuso a tutti i settori, recuperando pienamente il terreno perso durante la pandemia e raggiungendo 364,3 miliardi di euro, circa 26 miliardi di euro più del 2019. Stabile l’occupazione a 2 milioni di persone.

In Puglia questo metasettore ha generato 5,3 miliardi di euro (dato 2019, ultimo disponibile). Nella classifica nazionale la Puglia si colloca all’ottavo posto dopo Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Campania e Lazio, mentre il peso del valore aggiunto della bioeconomia sul totale del valore aggiunto regionale è pari al 7,7%.

Per numero di lavoratori impiegati nella bioeconomia, la Puglia è la prima regione del Mezzogiorno con 169mila occupati e la quarta in Italia (dopo Lombardia, Veneto e Toscana).

Sale in graduatoria per il peso degli occupati della bioeconomia sul totale regionale degli occupati, Quest’ultimo indicatore in Puglia è pari al 12,2%, collocando  la Puglia al terzo posto tra le regioni italiane.

(Fonte: Intesa Sanpaolo in collaborazione con Spring e Federchimica-Assobiotec, La Bioeconomia in Europa. 8° Rapporto – Giugno 2022)

Le voci dal Forum 

La Presidente del Cluster Spring, Catia Bastioli, ha commentato: “In un periodo storico di estrema vulnerabilità per gli equilibri mondiali e di crisi interconnesse, in cui la crisi climatica e le tensioni geopolitiche rischiano di alimentare tutte le altre, la bioeconomia circolare può rappresentare un elemento chiave per rigenerare i territori, decarbonizzare l’economia e disaccoppiare lo sviluppo dall’uso delle risorse. Mai come oggi è quindi fondamentale che l’Italia e l’Europa riconoscano a pieno il ruolo strategico del settore, con le sue bioraffinerie in grado di produrre bioprodotti a basso impatto calati in progetti sistemici di territorio, che integrano al contempo la generazione di   bioenergia e la valorizzazione di residui e by-products. Solo così potremo accelerare la transizione ecologica, trovando risposte al tema dell’indipendenza delle risorse e imparando a fare di più con meno”.

Eleni Zika del Consiglio Europeo di Ricerca ha sottolineato: “È importante finanziare la ricerca in questo settore perché è quello che ci porterà alle soluzioni che permetteranno di risollevare la condizione climatica attuale. È importante ricordare che all’interno del contesto del Green Deal europeo senza la scienza non è possibile trovare le soluzioni tecnologiche che poi permettano al nostro sistema di andare avanti”.

Alessandro Delli Noci assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia,ha dichiarato: “La bioeconomia circolare  è l’unico futuro possibile per lo sviluppo sostenibile del nostro pianeta. In Puglia ci crediamo a tal punto che la sostenibilità, le risorse rinnovabili e la bieconomia circolare sono diventate linee guida delle nostre politiche. Per anni ci siamo impegnati non solo perché il sole e il vento diventassero fonti di energia da catturare e utilizzare, ma perché lo fossero anche le bioenergie.
Oggi la Puglia continua ad essere la prima regione in Italia per produzione di energia da fonte eolica e fotovoltaica ma occupa anche il quinto posto per le bioenergie, da cui produciamo 1.451 GWh.
Oggi il 54,7 per cento di energia consumata in Puglia proviene da fonti rinnovabili. È un traguardo ma anche un punto di partenza per favorire ancora di più uno sviluppo economico sostenibile.
Puntare sulla bioeconomia circolare vuol dire discutere sull’unica crescita economica possibile perché in grado di coniugare sviluppo e vita sul nostro pianeta. Su questi temi stiamo costruendo la nostra nuova strategia che vede protagonisti i porti, le nuove energia, la blue economy e la green economy insieme e vede l’idrogeno come vettore. La Puglia in questi anni oltre a soddisfare il proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, ha esportato una parte dell’energia prodotta. Nei prossimi anni ne verrà prodotta ancora di più. Noi dobbiamo accumulare quell’energia e fare in modo che le aziende investano qui perché l’energia costa meno”.

Per maggiori informazioni sul Forum e sul programma della due giorni: https://ifibwebsite.com/

 

 

 

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